Molti non avranno visto il paese di Gurdialfiera ma lo avranno sicuramente intravisto se hanno percorso la strada statale che parte da Termoli e arriva a Campobasso, la cosidetta bifernina. A metà di questa strada (che prende il nome dal fiume che vi passa) sorge il paese di Guardialfiera, inconfondibile perchè domina il lago, e sul quale è presente il lunghissimo e inconfodible ponte.
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vista del lago sulla strada per il paese |
Il lago di Guardialfiera, noto anche come lago del Liscione, è un bacino artificiale creato tra gli anni Sessanta e Settanta mediante la costruzione di una diga sul fiume Biferno, in Molise. La sua realizzazione ha avuto lo scopo di garantire l'approvvigionamento di acqua potabile per i comuni circostanti, utilizzabile sia per scopi domestici che agricoli e industriali.
La diga che ha creato il lago è di tipo a gravità, con una struttura costituita da un terrapieno che presenta un rivestimento impermeabile interno formato da uno spesso strato di calcestruzzo. La superficie massima dello specchio d’acqua raggiunge i 7,45 km², mentre il bacino idrografico che lo alimenta si estende su un'area di circa 1043 km². La profondità media del lago varia tra 2 e 3 metri, ma in alcuni punti si registrano profondità superiori ai 20 metri. Il fondo del lago è principalmente sabbioso e ciottoloso.
La forma del lago è allungata, orientata da sud-ovest a nord-est, e la sua sponda è in gran parte affiancata dalla strada statale 647 di Fondo Valle del Biferno, che lo sovrasta attraverso un complesso di viadotti.
Nel processo di realizzazione del lago e della diga, fu sommerso un antico ponte, che si ritiene di origine romana. Questo ponte è noto come il Ponte di S. Antonio o Ponte di Annibale. Durante i periodi di secca estiva, quando il livello delle acque si abbassa, il ponte riemerge e diventa visibile. È stato visibile per l'ultima volta dal 1 settembre al 30 novembre 2017 e, a partire dal maggio 2021, è nuovamente emerso dalle acque, visibile durante le stagioni di bassa portata.
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vista del centro del paese |
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il paese visto dalla strada che parte dal lago |
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scorcio del paese da Corso Umberto I |
Guardialfiera è un piccolo comune italiano con circa 964 abitanti, situato nella provincia di Campobasso, nella regione Molise. Questo borgo confina con i comuni di Acquaviva Collecroce, Casacalenda, Castelmauro, Civitacampomarano, Larino, Lupara e Palata. Un tempo, Guardialfiera fu sede vescovile. Al suo interno si trova anche l'omonimo lago artificiale.
La storia di Guardialfiera risale almeno all'XI secolo, come testimoniano alcuni documenti storici. Tra i resti più significativi, si parla di una torre romana che fu visibile sulla parte occidentale del paese fino al X secolo. Le origini del nome sono ancora oggetto di discussione, ma è probabile che derivi da "Guardie di Alfiero" o "Guardie di Adalferio", riferendosi al nome del sovrano lombardo di Larino, che nel 1049 conquistò la città.
Nel 1053, il Papa Leone IX potrebbe aver utilizzato Guardialfiera come punto di partenza per un'azione contro i Normanni, che avevano preso il controllo della vicina città di Larino nel 1050. Il ruolo di Guardialfiera nella storia religiosa e politica si consolidò nel 1061, quando papa Alessandro II fondò la sede vescovile. Questo gesto potrebbe essere stato in riconoscimento dell'importanza del paese durante gli eventi del 1053.
Nel 1130, la città fu conquistata dal re normanno Ruggero II di Sicilia. A seguire, il governo del comune passò prima alla famiglia Soliaco fino al 1350, poi alla famiglia Marzano. Nel 1550, il paese passò alla famiglia Di Capua, poi ai De Blasiis e, infine, nel 1636, ai Ferri, feudatari di Lupara.
Nel corso della seconda metà del XVII secolo, il feudo di Guardialfiera venne venduto dai Ferri al giurista Serafino Biscardi (1643-1711). Nel 1688, il paese fu ricostruito dopo essere stato danneggiato da un forte terremoto. I Biscardi mantennero il feudo fino alla metà del XVIII secolo, quando l'ultima discendente della famiglia, Laura Biscardi, lo cedette al figlio Alessandro Marcello Pignone del Carretto, nato dal suo matrimonio con Carlo, IV principe di Alessandria e duca di Pontelandolfo.
Nel 1793, Costantino Lemaître (1758-1828), un intellettuale e giacobino, acquistò il feudo e il relativo titolo di marchese da Alessandro Marcello Pignone del Carretto. Lemaître fu anche uno degli animatori dei salotti culturali di Olimpia Frangipane, allievo di Nicola Fergola e maestro di Vincenzo Cuoco. Fu l'ultimo feudatario di Guardialfiera, prima che la feudalità fosse abolita nel 1806.
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il centro del paese con il campanile della cattedrale |
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Antica Cattedrale di Santa Maria Assunta |
La primitiva chiesa di Santa Maria Assunta, sorta in epoca medievale dove probabilmente vi era in antichità un tempio pagano, fu elevata al rango di cattedrale della diocesi di Guardialfiera nell'anno 1061.
L'evento sismico che nel 1456 devastò ampi territori del Regno di Napoli distrusse totalmente il luogo di culto, che dovette così essere ricostruito negli anni successivi; la nuova cattedrale fu dotata di una Porta Santa.
Già nel 1477 vennero eseguiti alcuni interventi di restauro che interessarono la porzione orientale della chiesa, mentre nel 1553 si procedette alla decorazione del battistero e del soffitto; ulteriori interventi furono realizzati nel 1668.
La chiesa perse il titolo di cattedrale nel 1818 con la soppressione della diocesi di Guardialfiera e la sua annessione in quella di Termoli, decretata da papa Pio VII con la sua bolla De utiliori.
Nel 1858 l'edificio venne interessato da un rifacimento che ne modificò profondamente la struttura, che da un impianto a tre navate fu trasformato in uno a navata unica; tra la fine di quel secolo e l'inizio del successivo fu eretto su progetto dell'ingegnere Vittorio Romanelli il nuovo campanile in sostituzione di quello antico, demolito nel 1845 in quanto pericolante.
Negli anni novanta del Novecento fu condotto l'adeguamento liturgico secondo le usanze postconciliari mediante l'aggiunta dell'altare rivolto verso l'assemblea
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campanile della Cattedrale |
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visuale dall'alto della cattedrale |
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panorama dal belvedere della cattedrale |
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un info point della porta del borgo |
Nel corso dei secoli, Guardialfiera ha subito notevoli trasformazioni legate al processo evolutivo dei vari periodi storici. Inizialmente era costituita da un’unica fortezza a guardia della valle dei Biferno. Successivamente intorno al castello vennero costruite la Chiesa e le prime case (ancora oggi la zona viena chiamata “Piedicastello”) circondate da mura di difesa. Nella cinta muraria vi erano tre porte che costituivano gli unici accessi al centro abitato. Gli ultimi resti delle mura e la porta principale che erano situate nell’attuale Piazza Aldo Moro, vennero distrutti all’inizio del 1900.
Nei primi dell’800 invece, Guardialfiera si è estesa e sviluppata anche oltre la cinta muraria seguendo la conformazione naturale del luogo.
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il vicolo dopo la porta del borgo |
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il palazzo del comune di Guardialfiera |
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Chiesa di San Giuseppe |
A Guardialfiera è presente una piccola chiesa che prende il nome del Santo. La Chiesa di San Giuseppe è molto antica, motivo per cui si conosce ben poco. Si sa soltanto che è stata riedificata nel 1880 e negli ultimi 30 anni sono stati fatti degli interventi recenti che l’hanno riportata al suo antico splendore. Sulla destra presenta una pietra con una scritta, datata 1658, che ci fa intendere quanto antica possa essere.
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alcune case del paese |
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una panchina dedicata a Francesco Jovine |
Guardialfiera è anche noto per aver dato i natali a Francesco Jovine, uno dei letterati di spicco del Molise. In particolare l'opera mostrtata nella foto è una panchina sita in Corso Umberto I dove sono incisi alcuni versi dedicati a Guardialfiera. I versi sono dedicati al paesaggio di Guardialfiera ma ovviamente il paesaggio circostante era diverso da quello di oggi. Infatti, anche se di pochi anni (due decenni) Jovine scrisse i versi quando ancora non venne costruito l'invaso artificiale che prende il nome proprio dal paese
«Guardialfiera è allineata sul crinale di una collina
e guarda annoiata e taciturna il panorama
che nei giorni chiari si adorna anche
della vista lontana del mare».
La panchina è stata realizzata nel 2022.
articolo primonumero.it
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la farmacia in Corso Umbero I |
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uno scorcio del lago |
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un locale chiuso durante ora di pranzo |
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un dei pochi bar aperti nell'ora di pranzo a Giugno |
Lo stemma è troncato: nel primo d'azzurro, alla lettera maiuscola G d'oro, iniziale del toponimo; nel secondo è delineata una catena di monti. Lo scudo è timbrato dalla corona turrita da Comune, e come cimiero un alfiere con elmo e zagaglia, posto a guardia della comunità. Il gonfalone è un drappo di verde.