venerdì 6 giugno 2025

📷 Foto di Guardialfiera [CB] (giugno 2025)

Molti non avranno visto il paese di Gurdialfiera ma lo avranno sicuramente intravisto se hanno percorso la strada statale che parte da Termoli e arriva a Campobasso, la cosidetta bifernina. A metà di questa strada (che prende il nome dal fiume che vi passa) sorge il paese di Guardialfiera, inconfondibile perchè domina il lago, e sul quale è presente il lunghissimo e inconfodible ponte.

vista del lago sulla strada per il paese

Il lago di Guardialfiera, noto anche come lago del Liscione, è un bacino artificiale creato tra gli anni Sessanta e Settanta mediante la costruzione di una diga sul fiume Biferno, in Molise. La sua realizzazione ha avuto lo scopo di garantire l'approvvigionamento di acqua potabile per i comuni circostanti, utilizzabile sia per scopi domestici che agricoli e industriali.

La diga che ha creato il lago è di tipo a gravità, con una struttura costituita da un terrapieno che presenta un rivestimento impermeabile interno formato da uno spesso strato di calcestruzzo. La superficie massima dello specchio d’acqua raggiunge i 7,45 km², mentre il bacino idrografico che lo alimenta si estende su un'area di circa 1043 km². La profondità media del lago varia tra 2 e 3 metri, ma in alcuni punti si registrano profondità superiori ai 20 metri. Il fondo del lago è principalmente sabbioso e ciottoloso.

La forma del lago è allungata, orientata da sud-ovest a nord-est, e la sua sponda è in gran parte affiancata dalla strada statale 647 di Fondo Valle del Biferno, che lo sovrasta attraverso un complesso di viadotti.

Nel processo di realizzazione del lago e della diga, fu sommerso un antico ponte, che si ritiene di origine romana. Questo ponte è noto come il Ponte di S. Antonio o Ponte di Annibale. Durante i periodi di secca estiva, quando il livello delle acque si abbassa, il ponte riemerge e diventa visibile. È stato visibile per l'ultima volta dal 1 settembre al 30 novembre 2017 e, a partire dal maggio 2021, è nuovamente emerso dalle acque, visibile durante le stagioni di bassa portata.

vista del centro del paese

il paese visto dalla strada che parte dal lago


scorcio del paese da Corso Umberto I

Guardialfiera è un piccolo comune italiano con circa 964 abitanti, situato nella provincia di Campobasso, nella regione Molise. Questo borgo confina con i comuni di Acquaviva Collecroce, Casacalenda, Castelmauro, Civitacampomarano, Larino, Lupara e Palata. Un tempo, Guardialfiera fu sede vescovile. Al suo interno si trova anche l'omonimo lago artificiale.

La storia di Guardialfiera risale almeno all'XI secolo, come testimoniano alcuni documenti storici. Tra i resti più significativi, si parla di una torre romana che fu visibile sulla parte occidentale del paese fino al X secolo. Le origini del nome sono ancora oggetto di discussione, ma è probabile che derivi da "Guardie di Alfiero" o "Guardie di Adalferio", riferendosi al nome del sovrano lombardo di Larino, che nel 1049 conquistò la città.

Nel 1053, il
Papa Leone IX potrebbe aver utilizzato Guardialfiera come punto di partenza per un'azione contro i Normanni, che avevano preso il controllo della vicina città di Larino nel 1050. Il ruolo di Guardialfiera nella storia religiosa e politica si consolidò nel 1061, quando papa Alessandro II fondò la sede vescovile. Questo gesto potrebbe essere stato in riconoscimento dell'importanza del paese durante gli eventi del 1053.

Nel 1130, la città fu conquistata dal re normanno Ruggero II di Sicilia. A seguire, il governo del comune passò prima alla famiglia Soliaco fino al 1350, poi alla famiglia Marzano. Nel 1550, il paese passò alla famiglia Di Capua, poi ai De Blasiis e, infine, nel 1636, ai Ferri, feudatari di Lupara.

Nel corso della seconda metà del XVII secolo, il feudo di Guardialfiera venne venduto dai Ferri al giurista Serafino Biscardi (1643-1711). Nel 1688, il paese fu ricostruito dopo essere stato danneggiato da un forte terremoto. I Biscardi mantennero il feudo fino alla metà del XVIII secolo, quando l'ultima discendente della famiglia, Laura Biscardi, lo cedette al figlio Alessandro Marcello Pignone del Carretto, nato dal suo matrimonio con Carlo, IV principe di Alessandria e duca di Pontelandolfo.

Nel 1793, Costantino Lemaître (1758-1828), un intellettuale e giacobino, acquistò il feudo e il relativo titolo di marchese da Alessandro Marcello Pignone del Carretto. Lemaître fu anche uno degli animatori dei salotti culturali di Olimpia Frangipane, allievo di Nicola Fergola e maestro di
Vincenzo Cuoco. Fu l'ultimo feudatario di Guardialfiera, prima che la feudalità fosse abolita nel 1806.


il centro del paese con il campanile della cattedrale

Antica Cattedrale di Santa Maria Assunta

La primitiva chiesa di Santa Maria Assunta, sorta in epoca medievale dove probabilmente vi era in antichità un tempio pagano, fu elevata al rango di cattedrale della diocesi di Guardialfiera nell'anno 1061.

L'evento sismico che nel 1456 devastò ampi territori del Regno di Napoli distrusse totalmente il luogo di culto, che dovette così essere ricostruito negli anni successivi; la nuova cattedrale fu dotata di una Porta Santa.

Già nel 1477 vennero eseguiti alcuni interventi di restauro che interessarono la porzione orientale della chiesa, mentre nel 1553 si procedette alla decorazione del battistero e del soffitto; ulteriori interventi furono realizzati nel 1668.

La chiesa perse il titolo di cattedrale nel 1818 con la soppressione della diocesi di Guardialfiera e la sua annessione in quella di Termoli, decretata da papa Pio VII con la sua bolla De utiliori.

Nel 1858 l'edificio venne interessato da un rifacimento che ne modificò profondamente la struttura, che da un impianto a tre navate fu trasformato in uno a navata unica; tra la fine di quel secolo e l'inizio del successivo fu eretto su progetto dell'ingegnere Vittorio Romanelli il nuovo campanile in sostituzione di quello antico, demolito nel 1845 in quanto pericolante.

Negli anni novanta del Novecento fu condotto l'adeguamento liturgico secondo le usanze postconciliari mediante l'aggiunta dell'altare rivolto verso l'assemblea


campanile della Cattedrale

visuale dall'alto della cattedrale

panorama dal belvedere della cattedrale

un info point della porta del borgo

Nel corso dei secoli, Guardialfiera ha subito notevoli trasformazioni legate al processo evolutivo dei vari periodi storici. Inizialmente era costituita da un’unica fortezza a guardia della valle dei Biferno. Successivamente intorno al castello vennero costruite la Chiesa e le prime case (ancora oggi la zona viena chiamata “Piedicastello”) circondate da mura di difesa. Nella cinta muraria vi erano tre porte che costituivano gli unici accessi al centro abitato. Gli ultimi resti delle mura e la porta principale che erano situate nell’attuale Piazza Aldo Moro, vennero distrutti all’inizio del 1900.
Nei primi dell’800 invece, Guardialfiera si è estesa e sviluppata anche oltre la cinta muraria seguendo la conformazione naturale del luogo.

il vicolo dopo la porta del borgo

il palazzo del comune di Guardialfiera

Chiesa di San Giuseppe

A Guardialfiera è presente una piccola chiesa che prende il nome del Santo. La Chiesa di San Giuseppe è molto antica, motivo per cui si conosce ben poco. Si sa soltanto che è stata riedificata nel 1880 e negli ultimi 30 anni sono stati fatti degli interventi recenti che l’hanno riportata al suo antico splendore. Sulla destra presenta una pietra con una scritta, datata 1658, che ci fa intendere quanto antica possa essere.


alcune case del paese

una panchina dedicata a Francesco Jovine

Guardialfiera è anche noto per aver dato i natali a Francesco Jovine, uno dei letterati di spicco del Molise. In particolare l'opera mostrtata nella foto è una panchina sita in Corso Umberto I dove sono incisi alcuni versi dedicati a Guardialfiera. I versi sono dedicati al paesaggio di Guardialfiera ma ovviamente il paesaggio circostante era diverso da quello di oggi. Infatti, anche se di pochi anni (due decenni) Jovine scrisse i versi quando ancora non venne costruito l'invaso artificiale che prende il nome proprio dal paese

 «Guardialfiera è allineata sul crinale di una collina 
e guarda annoiata e taciturna il panorama 
che nei giorni chiari si adorna anche 
della vista lontana del mare».

La panchina è stata realizzata nel 2022.
articolo primonumero.it

la farmacia in Corso Umbero I

uno scorcio del lago

un locale chiuso durante ora di pranzo

un dei pochi bar aperti nell'ora di pranzo a Giugno


Lo stemma è troncato: nel primo d'azzurro, alla lettera maiuscola G d'oro, iniziale del toponimo; nel secondo è delineata una catena di monti. Lo scudo è timbrato dalla corona turrita da Comune, e come cimiero un alfiere con elmo e zagaglia, posto a guardia della comunità. Il gonfalone è un drappo di verde. 



Un racconto... su Guardialfiera [CB] sul ponte di Annibale

 

immagine l'AI del ponte sommerso dal lago di Guardialfiera

 

Il Ponte degli Dei: La Leggenda del Tifernum

Nel cuore del Sannio, dove le valli si intrecciano come i destini degli uomini e delle terre, c’era un ponte antico, che univa le due sponde del fiume Tifernum. Questo ponte, costruito dai romani in un tempo lontano, non era solo una meraviglia di ingegneria, ma celava nei suoi archi il peso di un destino segnato.

La leggenda narrava che, dopo la clamorosa sconfitta dei romani nelle Forche Caudine, l’orgoglio dell’Urbe fosse stato scosso fino alle fondamenta. I romani, nonostante il terribile affronto, non cessarono mai di pensare a come sottomettere definitivamente i Sanniti, un popolo forte e indomito. Così, quando la guerra infuriò di nuovo, e i cartaginesi di Annibale scesero in Italia per vendicare la loro madrepatria, i Sanniti decisero di schierarsi con il grande comandante.

Fu allora che Magone il Sannita, un generale valoroso, intraprese un viaggio epico con l’esercito cartaginese, attraversando il Tifernum per raggiungere la Puglia, dove, secondo le previsioni, le legioni romane avrebbero trovato difficoltà a respingere l’assalto. Ma Magone, oltre alla spada, portava con sé un segreto. Durante la sua marcia, fece erigere un epigrafe sul ponte del Tifernum, una scritta misteriosa che solo i più saggi tra i suoi uomini potevano leggere:

"Chiunque costruirà un ponte in queste terre, dovrà affrontare il destino degli Dei, e vagare nei sotterranei del loro volere."

Le parole, cariche di minaccia, furono incise sulla pietra per segnare la zona e per avvertire chiunque osasse sfidare la volontà delle divinità. Non si trattava di una semplice minaccia, ma di una condanna: chi avesse costruito su quelle terre, avrebbe sofferto le conseguenze di un destino atroce, forse ancor più doloroso delle guerre che avevano segnato quelle genti.

Quando l'Impero Romano cadde e le sue terre furono invase, l'epigrafe di Magone andò perduta tra le rovine. Solo pochi, tra cui alcuni anziani e uomini di fede, ricordarono quelle parole e la tragedia che si celava dietro di esse. La leggenda sopravvisse nei racconti che si tramandavano di generazione in generazione, ma i più la consideravano solo una favola antica, fino a quando, dopo secoli, un grande scrittore nacque nelle terre del Sannio.

Era un uomo di grande ingegno e passione per la sua terra, e le sue parole dipingevano con straordinaria bellezza le colline verdi, i fiumi scintillanti e le valli solitarie del Sannio. L’opera che scrisse divenne celebre in tutta Italia, e con essa, l’uomo guadagnò fama e rispetto. Ma, come spesso accade ai grandi scrittori, la sua vita fu breve, e poco dopo la sua morte, le sue parole sembrarono tradire lui stesso. L’opera che aveva tanto amato divenne simbolo di un futuro incerto e di un destino che non era mai stato davvero suo.

Fu in quel momento che, nei decenni successivi, i più ambiziosi iniziarono a parlare di un nuovo ponte da costruire sul fiume Tifernum. Una struttura grandiosa, lunga e imponente, che avrebbe attraversato il corso del fiume e sfidato la natura e Dio stesso. Il progetto, ispirato dalle parole di quell'uomo scomparso, divenne il simbolo di una nuova era, di un’epoca che avrebbe visto la terra dei Sanniti ridisegnata da uomini che non temevano il destino.

Eppure, la leggenda non dimenticò. Alcuni saggi, nascosti tra le pieghe della memoria, ricordarono ancora le parole di Magone: "Chiunque costruirà un ponte in queste terre, dovrà affrontare il destino degli Dei."

E fu così che, quando il ponte venne finalmente eretto, le forze della natura sembrarono risvegliarsi. La terra tremò e i cieli si oscurarono, come se gli Dei stessi volessero vendicare il tradimento. Alcuni dissero che il ponte avrebbe subito una fine tragica, che sarebbe stato distrutto da un terremoto, un segno del cielo per punire l'arroganza degli uomini che avevano sfidato le leggi divine.

Altri, invece, raccontano che a distruggere il ponte non sarebbe stato il fato naturale, ma un uomo, un guerriero di stirpe romana, nato proprio nella zona che un tempo aveva visto la grandezza e la caduta dell’impero. Questo guerriero, cresciuto nella tradizione delle legioni, e con la memoria della sua terra nel cuore, sentì il richiamo della storia. Guidato da una forza che sembrava più antica di lui stesso, egli distrusse il ponte, rompendo il ciclo di tradimento e distruzione che da secoli aveva segnato quelle terre.

Oggi, il ponte non esiste più. Ma nei giorni di secca, quando il fiume Tifernum si ritira, a volte è possibile scorgere tra le rocce sommersa la sagoma di una vecchia pietra con un’incisione quasi invisibile, un’epigrafe che nessuno ricorda più, ma che forse potrebbe ancora parlare al cuore di chi sa ascoltare.

Poesia su Guardialfiera [CB]

 


 

 

 

 

 

 

 

Il paese e il lago

[versi su Guardialfiera] 

Dalla sommità, il paese veglia,
una collina che tutto abbraccia,
un tempo solitario, muto e severo,
oggi fissa il lago, che luccica e abbaglia.

Due decenni son passati,
da quando lo scrittore del sacramento ha scritto,
e quel che un tempo s'era promesso,
oggi è tradito, nel silenzio dell'acqua che scorre.

Il paese, vestito di pietra antica,
guarda il traffico che serpeggia,
un fiume di vita tra terra e acqua,
dove l'odierna strada sfida la sua quiete.

Le case, dimore di un tempo lontano,
si stringono sotto il castello ormai svanito,
e il campanile, una volta fiero,
ora si erge come un ricordo affievolito.

Ma ogni tanto, con l'estate che secca,
l'antico ponte di Annibale riemerge,
svelando la sua ombra nel fiume silenzioso,
testimone di un passato che il lago ha sepolto.

E così, il paese, che un tempo osservava solo
il lento mutare della campagna che dormiva,
ora sorride al riflesso dell'acqua,
scorgendo anche nel traffico la propria nuova vita.

 

versi scritti il 6 giugno 2025
by MoliseHorizon

G.R.

© 2025 MoliseHorizon Tutti i diritti riservati

 

📽️ Video di Guardialfiera [CB] (giugno 2025)

 




martedì 27 maggio 2025

📺 🏎️ Una F1 monotona e ripetitiva a Montecarlo

 

la ferrari mentre affronta la curva del porto alla fine del tunnel di Montecarlo

Fino alla fine degli anni 90 / l'inizio degli anni 2000 Montecarlo era visto come un circuito magico per la Formula 1, in cui la velocità delle monoposto si mescolava alle scenografiche e lente vie del principato. Oggi questo circuito conserva ancora il suo fascino ma soltanto per l'aspetto scenografico della spettacolarità urbanistica e non per quella sportiva. I sorpassi sono ormai impossibili a Montecarlo e così anche per altri circuiti cittadini. Le monoposto di oggi sono enormemente più lunghe di quelle del passato (anni '90 primi anni 2000).
Nonostante la Fia abbia introdotto la regola dei 2 pit stop obbligatori per animare una gara a dir poco monotona, si è assistito soltanto a qualche movimento nelle posizioni secondarie. Alla fine ha vinto Norris dopo una gara dominata quasi in tutti i giri, ad eccezione della partenza dove ha rischiato di farsi sorpassare da Leclerc e negli ultimi giri dove Norris è rimasto imbottigliato dietro Verstappen che ha voluto fare il pitstop esattamente ad un 1 giro dalla fine del granpremio. La mazzata finale però è arrivata proprio all'ultimo giro quando Verstappen si è fermato ai box e ha consetito a Norris di correre con strada sgombra... In un solo e ultimo giro è stato in grado di stabilire il giro veloce dimostrando la netta superiorità della McLaren, impossibile da colmare persino dalla bravura casalinga del pilota monegasco. Nelle retrovie la Racing Bull e la Williams sono le uniche squadre che sono riuscite a sfruttare l'obbligatorietà dei pitstop, sfruttando il cosidetto undercut. Disastro invece per la Mercedes che ha inspiegabilmente fatto fermare ai box entrambi i piloti soltanto agli ultimi giri di gara.


La regola dei due pitstop 

Non ricordo mai che la Federazione abbia imposto una qualche particolare regola del pit stop ad hoc su un circuito. Evidentemente la FIA si sarà resa conto, sopratutto con la vittoria dell'anno scorso di Leclerc, che bastava fare un giro eccezionale in qualifica per vincere il granpremio perchè i sorpassi sono impossibili. E sebbene si siano visti molti movimenti e sorpassi nelle retrovie, nelle prime 5 posizioni le auto sono arrivate con le stesse identiche posizioni di partenza, dimostrando che alla fin fine si è creato solo un gran coas nelle retrovie senza sconbussolare in alcun modo le carte nelle posizioni che contano.

 

La forza di Leclerc

Leclerc ha dimistrato che a casa sua guida talmente magnificamente da sopperire al divario che al momento c'è tra la Ferrari e l'astronave McLaren. Il secondo posto è già un buon traguardo ma se Leclerc avesse conquistato la pole nel sabato è probabile che avrebbe vinto come l'anno precedente (2024) visto che in questo circuito è quasi impossibile sorpassare, persino con un auto molto più veloce. Inoltre sono già molte le volte che Leclerc arriva davanti ad Hamilton, dimostrando che il pilota monegaasco riesce a portare al limite (quasi estremo) la monosposto. Ovviamente il pilota


Mondiale quasi scritto

E' brutto dirlo già dopo 8 gare, cioè dopo 1/3 dell'intero mondiale (24 gran premi) ma è molto improbabile che Max Verstappen possa lottare per il mondiale contro entrambi i piloti McLaren. La Ferrari non la considero neanche perchè il distacco è ormai già abissale e servirebbe un miracolo da una parte e un disastro apocalittico dall'altra per vedere una Ferrari vincere il titolo iridato. Se non altro si può sperare di vedere un mondiale più avvincente in cui la rossa riesce quanto meno a salire sul podio, cosa che per adesso è capitata soltanto due volte, entrambe con Leclerc ma senza la vittoria.

 

Il prossimo gran premio: a Bercellona gli alettoni non potranno più vibrare

La Fia già da molte settimane ha avvisato i team che dal gran premio di Barcellona, che si terrà il 1° giugno, non si potrà più mantenere sulla propria autovettua un particolare tipo di alettone (sia anteriore che posteriore) che si flette con l'aumentare della velocità, emulando almeno in parte il vantaggio dell'ala mobile. In realtà già l'hanno scorso la Fia aveva vietato da un certo punto in poi gli alettoni poco flessibili, ma quest'anno i parametri sono molto più stringenti e si presume che la tolleranza di flessibilità sia talmente bassa che l'alettone dovrà rimanere evidentemente quasi del tutto rigido

 

Il prossimo anno: le nuove monoposto 

Probabilmente a molti può sembrare inutile pensare al prossimo anno ed invece questo anno sarà fondamentale gettare le basi per uno stravolgimento delle regole. La FIA ogni 3-5 anni definisci le linee guida a cui devono attenersi tutte le scuderie. Per cui l'anno prossimo sarà l'inizio del nuovo ciclo in cui le scuderie dovranno adattarsi a numerosissime nuove regole. Sarà una re-start che resetterà quasi del tutto tutti i pogressi e i progetti fatti dalle scuderie negli ultimi anni. Le monoposto saranno leggermente più corte e questo consentirà un maggiore spazio per i sorpassi, sopratutto in quei circuiti dove è difficile trovare lo spazio per sorpassare. Oltre alla dimensione dell'auto cambieranno numerosissime altre cose, come per esempio il fatto che anche l'ala antetiore potrà muoversi (come quella posteriore) contribuendo anche questo in un maggiore capacità nel sorpasso.


Citofonare ad Elkann

John Elkann, presidente della Fiat e quindi anche della Ferrari è la persona che in sostanza sborsa i soldi. Quest'anno ho già sentito criticare parecchio il presidente, nonchè erede della famiglia Angelli. Le critiche si concentrano sopratutto sulla mancata competività della monoposto, aggravato dal fatto che dopo un anno in cui si è combattuto fino all'ultima gara per il mondiale costruttori, adesso si vede marciare più indietro di quanto non si fosse prima: cosa ispiegabile. Ormai a Maranello è più di un decennio che non si vede l'ombra, non solo di una vittoria del mondiale, ma anche di una vettura che possa essere competitiva a pieno ritmo.

 

lunedì 26 maggio 2025

☘️Striscia dei Peanuts - Patty devastata dal tema da scrivere

 

striscia dei Peanuts del 26 maggio 2025 | Patty sviene per il tema da scrivere

Raramente ho trovato i temi difficili... tranne quelli dove bisognava conoscere agomenti ampi e complessi, che si potevano sapere soltanto avendo studiato.

Oltre ai temi un'altra cosa era difficile: il Latino. L'ho sempre trovata una materia terribilmente impossibile da digerire.

🎵 Gabry Ponte & Train - Brokenhearted

 

 
 
Sono stato sempre orgoglioso di Gabry Ponte come DJ più ascoltato all'estero, sebbene non tutte le canzoni mi siano sempre piaciute.
Questa canzone è molto caruccia.
Il nuovo sincolo “BROKENHEARTED” è uscito venerdì 16 maggio , il nuovo singolo di Gabry Ponte insieme ai Train (GEKAI Music). Un’inedita collaborazione tra il DJ e produttore italiano più ascoltato su Spotify a livello globale e la band di San Francisco pluripremiata ai Grammy Awards, che ha dato vita a una traccia energica, emotiva e perfetta per l’estate 2025.

Dopo il successo di Tutta l’Italia, che ha portato Gabry Ponte dal palco dell’Ariston alla finale dell’Eurovision Song Contest, “BROKENHEARTED” conferma il suo percorso musicale verso sonorità internazionali e crossover. Il brano unisce la potenza ritmica dell’elettro pop a sfumature country e, con una melodia catchy e una produzione coinvolgente, promette di far ballare ma con il cuore in mano.

Il testo racconta il dolore causato da una rottura sentimentale, tra solitudine, nostalgia e il desiderio di risposte. Nonostante il tema malinconico, la canzone trasmette forza, trasformando la delusione in energia da dancefloor. Il titolo stesso, Brokenhearted, riflette questa dualità: il cuore spezzato che trova nuova linfa nella musica, in un contrasto emotivo potente e universale.

Il prossimo 28 giugno Gabry Ponte sarà impegnato in un appuntamento unico: San Siro Dance, il concerto-evento già sold out allo Stadio Meazza di Milano, che si preannuncia come una grande festa all'insegna del divertimento, in cui verranno celebrati i successi del dj-producer che hanno fatto scatenare intere generazioni.
 
 
 
TESTO

I been lonely, waiting by the phone
No one calling, drinking on my own
Seven days a week I’ve spent them alone
And I know you’re not coming home

Wohooo
The other night I heard our song
Wohooo
Had to tell the driver turn it off
Woohooo
You don’t know love until it’s gone
And all I wanna know
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What can heal the broken hearted
(Someone help me out)
Do heart’s still work when they’re not wanted
(Someone tell me now)
Could it love again?
Or is it left for dead?
I wish my mama said
Coz I just don’t know
What can heal the broken hearted?
Can someone tell me now

I’ve still sleep on your side of the bed
Whiskey dreams & too many cigarettes
You’re the reason that I’ve got nothing left
Cus I know you’re not coming home

Wohooo
The other night I heard our song
Wohooo
Had to tell the driver turn it off
Woohooo
You don’t know love until it’s gone
And all I wanna know

What can heal the broken hearted
(Someone help me out)
Do heart’s still work when they’re not wanted
(Someone tell me now)
Could it love again?
Or is it left for dead?
I wish my mama said
Coz I just don’t know
What can heal the broken hearted?
Can someone tell me now
Someone help me out
Someone tell me now

Could it love again?
Or is it left for dead?
I wish my mama said
Coz I just don’t know
What can heal the broken hearted?
Can someone tell me now