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mercoledì 11 giugno 2025

📷 Foto di Palata [CB] (Giugno 2025)

vista del paese 

Palata è un comune italiano con 1.459 abitanti, situato nella provincia di Campobasso, in Molise. Nel passato, la cittadina ha ospitato una comunità di croati, che si è stabilita qui nel XVI secolo. La loro cultura è stata progressivamente assimilata dalla popolazione locale.

Il torrente Sinarca, che nasce dal Monte (541 m s.l.m.) vicino a Palata, sfocia nel mare Adriatico, nei pressi della storica torretta omonima nel comune di Termoli.

Il centro abitato di Palata fu fondato nel XII secolo, quando era una contrada di Acquaviva Collecroce, chiamata "Paludella". In quel periodo, faceva parte del Contado di Molise, con Bojano come centro amministrativo, e fu sotto il dominio di vari signori, tra cui gli Orsini e i Toraldo.

Fino al XVII secolo, Palata ospitò anche una frazione di origini normanne chiamata Santa Giusta, che però venne abbandonata a causa delle incursioni ottomane. Dopo essere stata danneggiata da numerosi terremoti, tra cui quello devastante del Sannio nel 1456 (conosciuto come "Gradina") e quello del 1663, il comune fu colonizzato da popolazioni slave in fuga dall'Impero ottomano. Questo fenomeno si verificò in diversi comuni lungo la costa molisana, nei dintorni di Termoli.

Nel 1531, le popolazioni slave ricostruirono il borgo quasi completamente distrutto, e il simbolo di questa rinascita è oggi rappresentato dalla chiesa di Santa Maria La Nova. Dal 1806, Palata è parte del Distretto di Campobasso, che nel 1949 divenne provincia.

monumento ai caduti


piccolo giardino pubblico dove c'è il monumento ai caduti


una delle vie principali del centro: Via Kennedy


largo San Rocco con fontana e Chiesa di San Rocco


facciata frontale della Chiesa di San Rocco

vista del largo e della Chiesa di San Rocco

una casa decorata con alcuni disegni sulla facciata

un vicolo del centro del paese

piazzale in via San Rocco

piazzale con un caratteristico tabacchi

Chiesa di Santa Maria la Nova

La Chiesa di Santa Maria La Nova risale al 1531, come attestato da un'iscrizione incisa su una pietra collocata sull'arco maggiore del portale. Nel corso del primo Novecento l’edificio è stato oggetto di un importante intervento di restauro, che ha donato alla facciata uno stile moresco. Il rifacimento fu voluto da don Emilio Vetta nel 1928, mentre l’interno assunse la pianta tipica di una basilica a croce latina.

La chiesa si sviluppa su tre navate, scandite da otto arcate, di cui le prime due risultano oggi murate. L’ingresso principale è caratterizzato da un imponente portale decorato con una piccola edicola a spioventi. A dominare il complesso è il campanile, una torre sormontata da una cuspide ottagonale.

All’interno si conservano diversi altari dedicati a varie figure sacre: l’Addolorata, San Giuseppe, San Nicola, il Sacro Cuore e Sant’Antonio di Padova. Tra tutti spicca l’altare maggiore, pregevole opera settecentesca in stucco che imita il marmo, realizzata dal maestro Gregorio da Palata nel 1725.

Il coro, infine, è composto da undici stalli; quello centrale è scolpito nella pietra e reca lo stemma vescovile con tre pere "moscarelle", simbolo voluto da Monsignor Giannandrea Moscarelli.

 

panchina gigante e vista del paesaggio

A Palata  è stata installata una panchina di grandi dimensioni, costruita in legno da un artigiano locale, da cui si può ammirare il panorama e rilassarsi.

Prima della sua costruzione a darne notizia è stato il Comune stesso che sulla sua pagina facebook ha spiegato il senso dell’iniziativa: “Le Panchine Giganti sono spesso conosciute per immagini, ma una volta che ci si siede su una di esse e si prova la sensazione di godersi la vista come se ‘si fosse di nuovo bambini’, si vive un’esperienza intensa, da condividere con gli altri. Le panchine sono fatte per rilassarsi, a differenza di una sedia o di una poltrona sono larghe abbastanza da accogliere uno o più amici.

L’idea delle panchine fuori scala non è nuova, ma in questo caso cambia il contesto. È stata realizzata da un artigiano del nostro comune, e posizionata in una zona del paese con ottima visuale e dove chi si siede può osservare dal mare alla montagna e godere con meraviglia del panorama, esattamente come un bambino che vede qualcosa di bello per la prima volta”. 

panchina con riquadro per la vista del paesaggio

un disegno sul muro di una casa

rotonda che collega il paese con la SS 157

una particolare fermata del bus

il municipio del paese

 

venerdì 6 giugno 2025

📷 Foto di Guardialfiera [CB] (giugno 2025)

Molti non avranno visto il paese di Gurdialfiera ma lo avranno sicuramente intravisto se hanno percorso la strada statale che parte da Termoli e arriva a Campobasso, la cosidetta bifernina. A metà di questa strada (che prende il nome dal fiume che vi passa) sorge il paese di Guardialfiera, inconfondibile perchè domina il lago, e sul quale è presente il lunghissimo e inconfodible ponte.

vista del lago sulla strada per il paese

Il lago di Guardialfiera, noto anche come lago del Liscione, è un bacino artificiale creato tra gli anni Sessanta e Settanta mediante la costruzione di una diga sul fiume Biferno, in Molise. La sua realizzazione ha avuto lo scopo di garantire l'approvvigionamento di acqua potabile per i comuni circostanti, utilizzabile sia per scopi domestici che agricoli e industriali.

La diga che ha creato il lago è di tipo a gravità, con una struttura costituita da un terrapieno che presenta un rivestimento impermeabile interno formato da uno spesso strato di calcestruzzo. La superficie massima dello specchio d’acqua raggiunge i 7,45 km², mentre il bacino idrografico che lo alimenta si estende su un'area di circa 1043 km². La profondità media del lago varia tra 2 e 3 metri, ma in alcuni punti si registrano profondità superiori ai 20 metri. Il fondo del lago è principalmente sabbioso e ciottoloso.

La forma del lago è allungata, orientata da sud-ovest a nord-est, e la sua sponda è in gran parte affiancata dalla strada statale 647 di Fondo Valle del Biferno, che lo sovrasta attraverso un complesso di viadotti.

Nel processo di realizzazione del lago e della diga, fu sommerso un antico ponte, che si ritiene di origine romana. Questo ponte è noto come il Ponte di S. Antonio o Ponte di Annibale. Durante i periodi di secca estiva, quando il livello delle acque si abbassa, il ponte riemerge e diventa visibile. È stato visibile per l'ultima volta dal 1 settembre al 30 novembre 2017 e, a partire dal maggio 2021, è nuovamente emerso dalle acque, visibile durante le stagioni di bassa portata.

vista del centro del paese

il paese visto dalla strada che parte dal lago


scorcio del paese da Corso Umberto I

Guardialfiera è un piccolo comune italiano con circa 964 abitanti, situato nella provincia di Campobasso, nella regione Molise. Questo borgo confina con i comuni di Acquaviva Collecroce, Casacalenda, Castelmauro, Civitacampomarano, Larino, Lupara e Palata. Un tempo, Guardialfiera fu sede vescovile. Al suo interno si trova anche l'omonimo lago artificiale.

La storia di Guardialfiera risale almeno all'XI secolo, come testimoniano alcuni documenti storici. Tra i resti più significativi, si parla di una torre romana che fu visibile sulla parte occidentale del paese fino al X secolo. Le origini del nome sono ancora oggetto di discussione, ma è probabile che derivi da "Guardie di Alfiero" o "Guardie di Adalferio", riferendosi al nome del sovrano lombardo di Larino, che nel 1049 conquistò la città.

Nel 1053, il
Papa Leone IX potrebbe aver utilizzato Guardialfiera come punto di partenza per un'azione contro i Normanni, che avevano preso il controllo della vicina città di Larino nel 1050. Il ruolo di Guardialfiera nella storia religiosa e politica si consolidò nel 1061, quando papa Alessandro II fondò la sede vescovile. Questo gesto potrebbe essere stato in riconoscimento dell'importanza del paese durante gli eventi del 1053.

Nel 1130, la città fu conquistata dal re normanno Ruggero II di Sicilia. A seguire, il governo del comune passò prima alla famiglia Soliaco fino al 1350, poi alla famiglia Marzano. Nel 1550, il paese passò alla famiglia Di Capua, poi ai De Blasiis e, infine, nel 1636, ai Ferri, feudatari di Lupara.

Nel corso della seconda metà del XVII secolo, il feudo di Guardialfiera venne venduto dai Ferri al giurista Serafino Biscardi (1643-1711). Nel 1688, il paese fu ricostruito dopo essere stato danneggiato da un forte terremoto. I Biscardi mantennero il feudo fino alla metà del XVIII secolo, quando l'ultima discendente della famiglia, Laura Biscardi, lo cedette al figlio Alessandro Marcello Pignone del Carretto, nato dal suo matrimonio con Carlo, IV principe di Alessandria e duca di Pontelandolfo.

Nel 1793, Costantino Lemaître (1758-1828), un intellettuale e giacobino, acquistò il feudo e il relativo titolo di marchese da Alessandro Marcello Pignone del Carretto. Lemaître fu anche uno degli animatori dei salotti culturali di Olimpia Frangipane, allievo di Nicola Fergola e maestro di
Vincenzo Cuoco. Fu l'ultimo feudatario di Guardialfiera, prima che la feudalità fosse abolita nel 1806.


il centro del paese con il campanile della cattedrale

Antica Cattedrale di Santa Maria Assunta

La primitiva chiesa di Santa Maria Assunta, sorta in epoca medievale dove probabilmente vi era in antichità un tempio pagano, fu elevata al rango di cattedrale della diocesi di Guardialfiera nell'anno 1061.

L'evento sismico che nel 1456 devastò ampi territori del Regno di Napoli distrusse totalmente il luogo di culto, che dovette così essere ricostruito negli anni successivi; la nuova cattedrale fu dotata di una Porta Santa.

Già nel 1477 vennero eseguiti alcuni interventi di restauro che interessarono la porzione orientale della chiesa, mentre nel 1553 si procedette alla decorazione del battistero e del soffitto; ulteriori interventi furono realizzati nel 1668.

La chiesa perse il titolo di cattedrale nel 1818 con la soppressione della diocesi di Guardialfiera e la sua annessione in quella di Termoli, decretata da papa Pio VII con la sua bolla De utiliori.

Nel 1858 l'edificio venne interessato da un rifacimento che ne modificò profondamente la struttura, che da un impianto a tre navate fu trasformato in uno a navata unica; tra la fine di quel secolo e l'inizio del successivo fu eretto su progetto dell'ingegnere Vittorio Romanelli il nuovo campanile in sostituzione di quello antico, demolito nel 1845 in quanto pericolante.

Negli anni novanta del Novecento fu condotto l'adeguamento liturgico secondo le usanze postconciliari mediante l'aggiunta dell'altare rivolto verso l'assemblea


campanile della Cattedrale

visuale dall'alto della cattedrale

panorama dal belvedere della cattedrale

un info point della porta del borgo

Nel corso dei secoli, Guardialfiera ha subito notevoli trasformazioni legate al processo evolutivo dei vari periodi storici. Inizialmente era costituita da un’unica fortezza a guardia della valle dei Biferno. Successivamente intorno al castello vennero costruite la Chiesa e le prime case (ancora oggi la zona viena chiamata “Piedicastello”) circondate da mura di difesa. Nella cinta muraria vi erano tre porte che costituivano gli unici accessi al centro abitato. Gli ultimi resti delle mura e la porta principale che erano situate nell’attuale Piazza Aldo Moro, vennero distrutti all’inizio del 1900.
Nei primi dell’800 invece, Guardialfiera si è estesa e sviluppata anche oltre la cinta muraria seguendo la conformazione naturale del luogo.

il vicolo dopo la porta del borgo

il palazzo del comune di Guardialfiera

Chiesa di San Giuseppe

A Guardialfiera è presente una piccola chiesa che prende il nome del Santo. La Chiesa di San Giuseppe è molto antica, motivo per cui si conosce ben poco. Si sa soltanto che è stata riedificata nel 1880 e negli ultimi 30 anni sono stati fatti degli interventi recenti che l’hanno riportata al suo antico splendore. Sulla destra presenta una pietra con una scritta, datata 1658, che ci fa intendere quanto antica possa essere.


alcune case del paese

una panchina dedicata a Francesco Jovine

Guardialfiera è anche noto per aver dato i natali a Francesco Jovine, uno dei letterati di spicco del Molise. In particolare l'opera mostrtata nella foto è una panchina sita in Corso Umberto I dove sono incisi alcuni versi dedicati a Guardialfiera. I versi sono dedicati al paesaggio di Guardialfiera ma ovviamente il paesaggio circostante era diverso da quello di oggi. Infatti, anche se di pochi anni (due decenni) Jovine scrisse i versi quando ancora non venne costruito l'invaso artificiale che prende il nome proprio dal paese

 «Guardialfiera è allineata sul crinale di una collina 
e guarda annoiata e taciturna il panorama 
che nei giorni chiari si adorna anche 
della vista lontana del mare».

La panchina è stata realizzata nel 2022.
articolo primonumero.it

la farmacia in Corso Umbero I

uno scorcio del lago

un locale chiuso durante ora di pranzo

un dei pochi bar aperti nell'ora di pranzo a Giugno


Lo stemma è troncato: nel primo d'azzurro, alla lettera maiuscola G d'oro, iniziale del toponimo; nel secondo è delineata una catena di monti. Lo scudo è timbrato dalla corona turrita da Comune, e come cimiero un alfiere con elmo e zagaglia, posto a guardia della comunità. Il gonfalone è un drappo di verde. 



📽️ Video di Guardialfiera [CB] (giugno 2025)

 




martedì 27 maggio 2025

📺 🏎️ Una F1 monotona e ripetitiva a Montecarlo

 

la ferrari mentre affronta la curva del porto alla fine del tunnel di Montecarlo

Fino alla fine degli anni 90 / l'inizio degli anni 2000 Montecarlo era visto come un circuito magico per la Formula 1, in cui la velocità delle monoposto si mescolava alle scenografiche e lente vie del principato. Oggi questo circuito conserva ancora il suo fascino ma soltanto per l'aspetto scenografico della spettacolarità urbanistica e non per quella sportiva. I sorpassi sono ormai impossibili a Montecarlo e così anche per altri circuiti cittadini. Le monoposto di oggi sono enormemente più lunghe di quelle del passato (anni '90 primi anni 2000).
Nonostante la Fia abbia introdotto la regola dei 2 pit stop obbligatori per animare una gara a dir poco monotona, si è assistito soltanto a qualche movimento nelle posizioni secondarie. Alla fine ha vinto Norris dopo una gara dominata quasi in tutti i giri, ad eccezione della partenza dove ha rischiato di farsi sorpassare da Leclerc e negli ultimi giri dove Norris è rimasto imbottigliato dietro Verstappen che ha voluto fare il pitstop esattamente ad un 1 giro dalla fine del granpremio. La mazzata finale però è arrivata proprio all'ultimo giro quando Verstappen si è fermato ai box e ha consetito a Norris di correre con strada sgombra... In un solo e ultimo giro è stato in grado di stabilire il giro veloce dimostrando la netta superiorità della McLaren, impossibile da colmare persino dalla bravura casalinga del pilota monegasco. Nelle retrovie la Racing Bull e la Williams sono le uniche squadre che sono riuscite a sfruttare l'obbligatorietà dei pitstop, sfruttando il cosidetto undercut. Disastro invece per la Mercedes che ha inspiegabilmente fatto fermare ai box entrambi i piloti soltanto agli ultimi giri di gara.


La regola dei due pitstop 

Non ricordo mai che la Federazione abbia imposto una qualche particolare regola del pit stop ad hoc su un circuito. Evidentemente la FIA si sarà resa conto, sopratutto con la vittoria dell'anno scorso di Leclerc, che bastava fare un giro eccezionale in qualifica per vincere il granpremio perchè i sorpassi sono impossibili. E sebbene si siano visti molti movimenti e sorpassi nelle retrovie, nelle prime 5 posizioni le auto sono arrivate con le stesse identiche posizioni di partenza, dimostrando che alla fin fine si è creato solo un gran coas nelle retrovie senza sconbussolare in alcun modo le carte nelle posizioni che contano.

 

La forza di Leclerc

Leclerc ha dimistrato che a casa sua guida talmente magnificamente da sopperire al divario che al momento c'è tra la Ferrari e l'astronave McLaren. Il secondo posto è già un buon traguardo ma se Leclerc avesse conquistato la pole nel sabato è probabile che avrebbe vinto come l'anno precedente (2024) visto che in questo circuito è quasi impossibile sorpassare, persino con un auto molto più veloce. Inoltre sono già molte le volte che Leclerc arriva davanti ad Hamilton, dimostrando che il pilota monegaasco riesce a portare al limite (quasi estremo) la monosposto. Ovviamente il pilota


Mondiale quasi scritto

E' brutto dirlo già dopo 8 gare, cioè dopo 1/3 dell'intero mondiale (24 gran premi) ma è molto improbabile che Max Verstappen possa lottare per il mondiale contro entrambi i piloti McLaren. La Ferrari non la considero neanche perchè il distacco è ormai già abissale e servirebbe un miracolo da una parte e un disastro apocalittico dall'altra per vedere una Ferrari vincere il titolo iridato. Se non altro si può sperare di vedere un mondiale più avvincente in cui la rossa riesce quanto meno a salire sul podio, cosa che per adesso è capitata soltanto due volte, entrambe con Leclerc ma senza la vittoria.

 

Il prossimo gran premio: a Bercellona gli alettoni non potranno più vibrare

La Fia già da molte settimane ha avvisato i team che dal gran premio di Barcellona, che si terrà il 1° giugno, non si potrà più mantenere sulla propria autovettua un particolare tipo di alettone (sia anteriore che posteriore) che si flette con l'aumentare della velocità, emulando almeno in parte il vantaggio dell'ala mobile. In realtà già l'hanno scorso la Fia aveva vietato da un certo punto in poi gli alettoni poco flessibili, ma quest'anno i parametri sono molto più stringenti e si presume che la tolleranza di flessibilità sia talmente bassa che l'alettone dovrà rimanere evidentemente quasi del tutto rigido

 

Il prossimo anno: le nuove monoposto 

Probabilmente a molti può sembrare inutile pensare al prossimo anno ed invece questo anno sarà fondamentale gettare le basi per uno stravolgimento delle regole. La FIA ogni 3-5 anni definisci le linee guida a cui devono attenersi tutte le scuderie. Per cui l'anno prossimo sarà l'inizio del nuovo ciclo in cui le scuderie dovranno adattarsi a numerosissime nuove regole. Sarà una re-start che resetterà quasi del tutto tutti i pogressi e i progetti fatti dalle scuderie negli ultimi anni. Le monoposto saranno leggermente più corte e questo consentirà un maggiore spazio per i sorpassi, sopratutto in quei circuiti dove è difficile trovare lo spazio per sorpassare. Oltre alla dimensione dell'auto cambieranno numerosissime altre cose, come per esempio il fatto che anche l'ala antetiore potrà muoversi (come quella posteriore) contribuendo anche questo in un maggiore capacità nel sorpasso.


Citofonare ad Elkann

John Elkann, presidente della Fiat e quindi anche della Ferrari è la persona che in sostanza sborsa i soldi. Quest'anno ho già sentito criticare parecchio il presidente, nonchè erede della famiglia Angelli. Le critiche si concentrano sopratutto sulla mancata competività della monoposto, aggravato dal fatto che dopo un anno in cui si è combattuto fino all'ultima gara per il mondiale costruttori, adesso si vede marciare più indietro di quanto non si fosse prima: cosa ispiegabile. Ormai a Maranello è più di un decennio che non si vede l'ombra, non solo di una vittoria del mondiale, ma anche di una vettura che possa essere competitiva a pieno ritmo.

 

lunedì 26 maggio 2025

🎵 Gabry Ponte & Train - Brokenhearted

 

 
 
Sono stato sempre orgoglioso di Gabry Ponte come DJ più ascoltato all'estero, sebbene non tutte le canzoni mi siano sempre piaciute.
Questa canzone è molto caruccia.
Il nuovo sincolo “BROKENHEARTED” è uscito venerdì 16 maggio , il nuovo singolo di Gabry Ponte insieme ai Train (GEKAI Music). Un’inedita collaborazione tra il DJ e produttore italiano più ascoltato su Spotify a livello globale e la band di San Francisco pluripremiata ai Grammy Awards, che ha dato vita a una traccia energica, emotiva e perfetta per l’estate 2025.

Dopo il successo di Tutta l’Italia, che ha portato Gabry Ponte dal palco dell’Ariston alla finale dell’Eurovision Song Contest, “BROKENHEARTED” conferma il suo percorso musicale verso sonorità internazionali e crossover. Il brano unisce la potenza ritmica dell’elettro pop a sfumature country e, con una melodia catchy e una produzione coinvolgente, promette di far ballare ma con il cuore in mano.

Il testo racconta il dolore causato da una rottura sentimentale, tra solitudine, nostalgia e il desiderio di risposte. Nonostante il tema malinconico, la canzone trasmette forza, trasformando la delusione in energia da dancefloor. Il titolo stesso, Brokenhearted, riflette questa dualità: il cuore spezzato che trova nuova linfa nella musica, in un contrasto emotivo potente e universale.

Il prossimo 28 giugno Gabry Ponte sarà impegnato in un appuntamento unico: San Siro Dance, il concerto-evento già sold out allo Stadio Meazza di Milano, che si preannuncia come una grande festa all'insegna del divertimento, in cui verranno celebrati i successi del dj-producer che hanno fatto scatenare intere generazioni.
 
 
 
TESTO

I been lonely, waiting by the phone
No one calling, drinking on my own
Seven days a week I’ve spent them alone
And I know you’re not coming home

Wohooo
The other night I heard our song
Wohooo
Had to tell the driver turn it off
Woohooo
You don’t know love until it’s gone
And all I wanna know
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What can heal the broken hearted
(Someone help me out)
Do heart’s still work when they’re not wanted
(Someone tell me now)
Could it love again?
Or is it left for dead?
I wish my mama said
Coz I just don’t know
What can heal the broken hearted?
Can someone tell me now

I’ve still sleep on your side of the bed
Whiskey dreams & too many cigarettes
You’re the reason that I’ve got nothing left
Cus I know you’re not coming home

Wohooo
The other night I heard our song
Wohooo
Had to tell the driver turn it off
Woohooo
You don’t know love until it’s gone
And all I wanna know

What can heal the broken hearted
(Someone help me out)
Do heart’s still work when they’re not wanted
(Someone tell me now)
Could it love again?
Or is it left for dead?
I wish my mama said
Coz I just don’t know
What can heal the broken hearted?
Can someone tell me now
Someone help me out
Someone tell me now

Could it love again?
Or is it left for dead?
I wish my mama said
Coz I just don’t know
What can heal the broken hearted?
Can someone tell me now

giovedì 22 maggio 2025

📷 Foto del paese di Monacilioni [CB] (maggio 2025)

una serie di pale eoliche presso le campagna di Monacilioni

uno tra gli scatti più riusciti delle splendide colline verdi con le pale eoliche

Monacilioni è rinomata - almeno per quelli che abitano vicino la città di Campobasso - per essere il paese con le campagne dove sono state istallate una miriade di pale eoliche. Alcune di queste sono visibili anche in molte zone della città e inoltre durante i mesi invernali è possibile assistere a volte all’imbiancamento di queste colline, che sono tra le più alte di buona parte del Molise. Infatti l’altitudine massima va gli oltre i 900m mentre quella minima è addirittura attorno ai 360m.
[ FONTE: http://www.comuniweb.it ]

Qui probabilmente mi sono riusciti alcuni tra i migliori scatti… Ovviamente non ha influito solo il posto ma anche l’orario e la giornata clemente, che hanno creato una luce ottimale sull’erba della collina, oltre ovviamente alle condizioni favorevoli della stagione - la primavera - che rende i prati incredibilmente verdi.



vista della città di Campobasso dalle alte colline di Monacilioni





vista di una parte del paese dall’alto con Campobasso all’orizzonte

un 'altra
vista di una parte del paese dall’alto con Campobasso all’orizzonte

incrocio principale del paese dove si collegano via Corso Umberto I la strada provinciale 149



 furgone del fruttivendolo a Monacilioni

Durante il giorno lavorativo il paese è poco “trafficato” e quelle poche persone che si intravedono sono donne che escono fuori la porta di casa oppure qualche tizio che si ritrova al bar per fare due chiacchiere. Nella foto in alto c’è un furgone del classico fruttivendolo…

 

un auto e un furgone del fruttivendolo posteggiati nel cuore del paese…

Cappella di Santa Reparata a Monacilioni, l’unica chiesa presente nel paese

Tra le perdite più significative causate dalla frana c'è la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, risalente al XIII secolo e rifatta nel XVIII secolo in stile barocco. Oggi, rimangono solo parte della facciata e della scala di accesso, oltre all'impianto per via delle fondamenta. Tuttavia, la Chiesa di Santa Reparata, restaurata nell'epoca barocca, rimane un punto focale del paese, con la sua struttura a navata unica e i suoi altari ornati.

l’interno della cappella di Santa Reparata a navata unica e l’altare adornato

Edificio a pianta poligonale ad L in muratura di pietra a vista a corsi irregolari con copertura a due falde in tegole coppi di laterizio. La facciata principale Sud-Ovest è caratterizzata da un portale in pietra squadrata modanata sull'architrave, sormontato da una nicchia ad arco e da una finestra rettangolare, segnata sulla linea di gronda da un cornicione a romanelle (che corre anche sugli altri fronti) a creare un timpano triangolare con camapnile a ventola nell'estremità a Ovest. Altro portale architravato in pietra squadrata e modanata si apre sul fronte laterale Sud-Est, sormontato da un'asola e da una finestra




il monumento ai caduti del paese situato nel parco tra via Rocco e il Corso UmbertoI

Elenco dei caduti durante la seconda guerra mondiale

https://epigrafinascoste.blogspot.com




Gran parte delle vie del paese sono ben curate, con case ristrutturate o comunque ben messe. Sono poche infatti le case fatiscenti o abbandonate. Quando si cammina nel paese le persone ti scrutano quasi con aria sospetta, perché ovviamente in paese si conoscono tutti quanti.






Il parco è molto ampio anche se un po’ scoperto, sia come ombra per gli alberi che per i possibili venti invernali. Ad ogni molto è provvisto di tutti i giochi per i bambini oltre che degli attrezzi per gli esercizi fitness. Tra i pochi alberi e le panchine del parco ci sono alcune colonne che dovrebbero essere i ruderi di quello che “resta” della chiesa arcipetrale