Sebbene Civitacampomarano sia un paese piccolo e in via di spopolamento negli ultimi decenni, oltre che semi-isolato e situato in una zona piena di colline argillose e franose, è noto a quasi tutti gli abitanti molisani, soprattutto perché è il luogo di nascita del soldato e patriota
Gabriele Pepe e del politico, patriota e scrittore
Vincenzo Cuoco.
Civitacampomarano è un comune italiano di 1.500 abitanti della provincia di Campobasso, in Molise, situato a circa 25 chilometri a nord di Campobasso. Civitacampomarano è una piccola città medievale situata in Molise, nell'Italia meridionale. Sorge a un'altitudine di 520 metri sul livello del mare. Ha una popolazione di circa 370 abitanti. La sua storia risale a tempi antichissimi, con testimonianze di insediamenti sanniti nella zona. Nel corso dei secoli, la città passò sotto il dominio di diverse civiltà, tra cui Romani, Longobardi e Normanni. Durante il Medioevo, Civitacampomarano divenne un'importante città fortificata, strategicamente posizionata su un colle per difendersi da potenziali invasioni. L'architettura storica e le strade acciottolate della città riflettono ancora oggi il suo patrimonio medievale.
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vita del paese e della campagna di Civita Campomarano |
In un territorio di 520 ettari nel comune di Civitacampomarano è possibile osservare i calanchi, delle formazioni erosive modellate dall'azione delle acque piovane sui terreni argillosi del luogo e scarsamente ricoperti dalla vegetazione.
Il sito è stato classificato tra le aree protette e dichiarato Sito di Interesse Comunitario e presenta vari punti di osservazione dislocati in tutta l'area.
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vista del paese di Civita Campomarano |
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ingresso del paese con il benvenuto e la segnaletica |
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segnaletica prima del borgo di Civita Campomarano |
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un info point posto sulla strada di Civita Campomarano |
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una particolare cabina di Civita Campomarano |
Nel dicembre 2023, la TIM ha comunicato al Comune di Civitacampomarano che, come parte del piano nazionale di dismissione delle cabine telefoniche, anche quella situata nel nostro paese sarebbe stata rimossa. Ma il sindaco Paolo Manuele ha scritto in un post su Facebook che la cabina rimarrà dov'è perchè ormai è simbolo indiscusso dell’evento più rilevante per la comunità, il CVTà Street Fest.
“Grazie a una discussione diretta con il responsabile dell’azienda telefonica, l'Amministrazione comunale ha presentato una richiesta formale per mantenere la cabina, non tanto per il suo uso pratico, quanto per il suo valore artistico e turistico che ha acquisito dal 2016”, ha dichiarato il sindaco. Infatti, nella prima edizione del festival, la cabina telefonica è stata trasformata dall’artista Biancoshock in un'opera d’arte. "Oggi è conosciuta come la cabina di WhatsApp ed è una delle creazioni più emblematiche del festival"
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un vicolo del paese con dei lego decorativi |
Una particolarissima casa in cui lo spigolo di un angolo ha l'intonaco deteriorato ed è stato riempito con dei mattoncini Lego. Questa è una delle tante opere d'arte del progetto nonchè manifestazione CVTà Street Fest
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facciata frontale del castello di Civita Campomarano |
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facciata retro del castello di Civita Campomarano |
Il Castello rappresenta il monumento più emblematico di questa cittadina. Si trova nel cuore del paese, su un crinale di arenaria, tra i torrenti Mordale, che attraversa la Cavatella, e il Vallone Grande, uno degli affluenti del fiume Biferno. Secondo gli esperti, la sua costruzione risalirebbe al XIII secolo e rifletterebbe le caratteristiche tipiche dell'architettura medievale sotto la dominazione angioina.
La pianta del castello è di forma quadrangolare e presenta tre torri cilindriche ai vertici, due delle quali sono perfettamente conservate. La terza, parzialmente distrutta, è stata ricostruita durante i restauri. Intorno all'edificio si trova un fossato che si affacciava su quella che oggi è l'attuale Piazza Municipio. Questo fossato, oggi ricoperto di verde, separava il castello dalla cinta muraria occidentale a partire dalla fine del Quattrocento.
Sul lato sud-ovest, è ancora visibile una piccola quarta torre, che ora è inglobata in una delle abitazioni private costruite a ridosso delle mura. Il castello è stato dichiarato Monumento Nazionale il 2 maggio 1979 con un decreto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Nel marzo 1988 è stato acquistato dallo Stato, che lo ha preso in consegna nel 1996. Ha subito un lungo restauro tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila, periodo durante il quale è stato chiuso al pubblico.
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Campanile della Chiesa di Santa Maria Maggiore |
La Chiesa di Santa Maria Maggiore è stata fondata nell'XI secolo circa, è stata completamente ricostruita in stile gotico durante la dominazione degli Angioini e rimodellata nell'epoca barocca. La copertura esterna è in pietra, con pianta rettangolare. L'interno a navata unica, ha un pregevole altare ligneo del 1620.
Il campanile è una robusta torre con cuspide a quattro facce. Incastonata nel lato nord si trova una lapide di difficile interpretazione. Sembra infatti che sia stata aggiunta nel 1620 in ricordo di un altare, presente nella chiesa stessa, dedicato a San Giacomo che custodiva le reliquie del santo.
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Chiesa di San Giorgio Martire |
La chiesa di San Giorgio si erge su uno sperone di arenaria, a oltre cento metri di altezza, dominando il dirupo sottostante, noto come la Cavatella. Sebbene non ci siano informazioni certe sulla data di fondazione dell'edificio religioso, un bassorilievo situato nella parte superiore della facciata potrebbe fornire alcuni indizi. Esso rappresenta il santo a cui la chiesa è dedicata, tradizionalmente raffigurato a cavallo. Se il bassorilievo fosse stato scolpito contemporaneamente alla costruzione della chiesa, ciò potrebbe permetterci di datarne la fondazione intorno al X secolo.
Nel corso dei secoli, l'edificio ha subito diversi interventi di modifica. Un'analisi della struttura del paese e della sua natura difensiva asserisce che alla fine del Quattrocento, la chiesa sia stata modificata durante i lavori di ristrutturazione del feudo, con l'intento di trasformarla in una delle principali fortificazioni del paese, seguendo un progetto di Francesco di Giorgio Martini.
Nel 1910, il parroco Don Michele Mirco ottenne il permesso di costruire sopra alcune case private che nel tempo si erano addossate al muro esterno destro della chiesa. Questo permesso portò alla realizzazione della navata destra. Inoltre, il parroco fece aumentare lo spessore del muro sinistro della navata principale, creando delle nicchie ad arco a tutto sesto, simili a quelle presenti nel passaggio della navata destra, per consentire l'ampliamento dell'edificio. Grazie alla costruzione di questo nuovo muro, la chiesa ha resistito al cedimento che ha colpito il muro perimetrale esterno negli anni Sessanta.
La facciata, che nel corso degli anni ha subito diverse modifiche, presenta oggi un aspetto rettangolare, con un portale, una finestra e un varco circolare decentrato, che è stato successivamente chiuso. In origine, questo varco si trovava lungo l'asse simmetrico della struttura.
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la casa di Vincenzo Cuoco |
Semplice casa del borgo medievale, costruita in pietra grezza, con piccolo portale incorniciato.
All'esterno campeggia una lastra in marmo con inciso:
«In questa umile casa nacque il 1° ottobre 1770 Vincenzo Cuoco. Scampato dalle forche del 1799, nell’esilio narrò le lotte fra principato e repubblica, con parola serena ed ammonitrice, calda del sangue dei martiri. Risalendo all’antichissima filosofia italica e divulgando Giambattista Vico, volle restaurato il sapere e le virtù patrie con le tradizioni di nostra gente. Il 13 dicembre 1823 morì in Napoli fra il silenzio degli oppressi. Il suo presagio fu storia delle nazioni risorte. La Provincia con orgoglio di madre il 1905.»
All'interno vi è una sala convegni e alcune camere, predisposte ad accogliere ospiti e turisti.
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il murales del borgo con la scritta "Il Molise Esiste" |
Questo murales è il simbolo del Molise che “resiste”. Come “urla” da un angolo del paese, è una delle tante opere che nel tempo hanno colorato muri e scorci della località. Civitacampomarano, infatti, è uno di quei borghi dalla grande storia, ma dal futuro apparentemente segnato da spopolamento e desertificazione, come tanti altri nelle aree interne del Sud. Eppure, questo centro medievale, con le sue viuzze, i suoi angoli caratteristici e il meraviglioso Castello Angioino, ha trovato la sua chiave di riscatto e rinascita: l’arte. L’arte di strada, che con il CVTà Street Fest – il festival internazionale diretto da Alice Pasquini e organizzato dall’Associazione Culturale CivitArt – ha trasformato il piccolo paese molisano in un museo a cielo aperto, libero e gratuito, meta di street artist e visitatori provenienti da tutto il mondo."
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una delle case decorate con i disegni artistici |
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un'altra casa decorata con dei disegni artistici |
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edificio del Municipio e delle poste |