martedì 27 maggio 2025

📺 🏎️ Una F1 monotona e ripetitiva a Montecarlo

 

la ferrari mentre affronta la curva del porto alla fine del tunnel di Montecarlo

Fino alla fine degli anni 90 / l'inizio degli anni 2000 Montecarlo era visto come un circuito magico per la Formula 1, in cui la velocità delle monoposto si mescolava alle scenografiche e lente vie del principato. Oggi questo circuito conserva ancora il suo fascino ma soltanto per l'aspetto scenografico della spettacolarità urbanistica e non per quella sportiva. I sorpassi sono ormai impossibili a Montecarlo e così anche per altri circuiti cittadini. Le monoposto di oggi sono enormemente più lunghe di quelle del passato (anni '90 primi anni 2000).
Nonostante la Fia abbia introdotto la regola dei 2 pit stop obbligatori per animare una gara a dir poco monotona, si è assistito soltanto a qualche movimento nelle posizioni secondarie. Alla fine ha vinto Norris dopo una gara dominata quasi in tutti i giri, ad eccezione della partenza dove ha rischiato di farsi sorpassare da Leclerc e negli ultimi giri dove Norris è rimasto imbottigliato dietro Verstappen che ha voluto fare il pitstop esattamente ad un 1 giro dalla fine del granpremio. La mazzata finale però è arrivata proprio all'ultimo giro quando Verstappen si è fermato ai box e ha consetito a Norris di correre con strada sgombra... In un solo e ultimo giro è stato in grado di stabilire il giro veloce dimostrando la netta superiorità della McLaren, impossibile da colmare persino dalla bravura casalinga del pilota monegasco. Nelle retrovie la Racing Bull e la Williams sono le uniche squadre che sono riuscite a sfruttare l'obbligatorietà dei pitstop, sfruttando il cosidetto undercut. Disastro invece per la Mercedes che ha inspiegabilmente fatto fermare ai box entrambi i piloti soltanto agli ultimi giri di gara.


La regola dei due pitstop 

Non ricordo mai che la Federazione abbia imposto una qualche particolare regola del pit stop ad hoc su un circuito. Evidentemente la FIA si sarà resa conto, sopratutto con la vittoria dell'anno scorso di Leclerc, che bastava fare un giro eccezionale in qualifica per vincere il granpremio perchè i sorpassi sono impossibili. E sebbene si siano visti molti movimenti e sorpassi nelle retrovie, nelle prime 5 posizioni le auto sono arrivate con le stesse identiche posizioni di partenza, dimostrando che alla fin fine si è creato solo un gran coas nelle retrovie senza sconbussolare in alcun modo le carte nelle posizioni che contano.

 

La forza di Leclerc

Leclerc ha dimistrato che a casa sua guida talmente magnificamente da sopperire al divario che al momento c'è tra la Ferrari e l'astronave McLaren. Il secondo posto è già un buon traguardo ma se Leclerc avesse conquistato la pole nel sabato è probabile che avrebbe vinto come l'anno precedente (2024) visto che in questo circuito è quasi impossibile sorpassare, persino con un auto molto più veloce. Inoltre sono già molte le volte che Leclerc arriva davanti ad Hamilton, dimostrando che il pilota monegaasco riesce a portare al limite (quasi estremo) la monosposto. Ovviamente il pilota


Mondiale quasi scritto

E' brutto dirlo già dopo 8 gare, cioè dopo 1/3 dell'intero mondiale (24 gran premi) ma è molto improbabile che Max Verstappen possa lottare per il mondiale contro entrambi i piloti McLaren. La Ferrari non la considero neanche perchè il distacco è ormai già abissale e servirebbe un miracolo da una parte e un disastro apocalittico dall'altra per vedere una Ferrari vincere il titolo iridato. Se non altro si può sperare di vedere un mondiale più avvincente in cui la rossa riesce quanto meno a salire sul podio, cosa che per adesso è capitata soltanto due volte, entrambe con Leclerc ma senza la vittoria.

 

Il prossimo gran premio: a Bercellona gli alettoni non potranno più vibrare

La Fia già da molte settimane ha avvisato i team che dal gran premio di Barcellona, che si terrà il 1° giugno, non si potrà più mantenere sulla propria autovettua un particolare tipo di alettone (sia anteriore che posteriore) che si flette con l'aumentare della velocità, emulando almeno in parte il vantaggio dell'ala mobile. In realtà già l'hanno scorso la Fia aveva vietato da un certo punto in poi gli alettoni poco flessibili, ma quest'anno i parametri sono molto più stringenti e si presume che la tolleranza di flessibilità sia talmente bassa che l'alettone dovrà rimanere evidentemente quasi del tutto rigido

 

Il prossimo anno: le nuove monoposto 

Probabilmente a molti può sembrare inutile pensare al prossimo anno ed invece questo anno sarà fondamentale gettare le basi per uno stravolgimento delle regole. La FIA ogni 3-5 anni definisci le linee guida a cui devono attenersi tutte le scuderie. Per cui l'anno prossimo sarà l'inizio del nuovo ciclo in cui le scuderie dovranno adattarsi a numerosissime nuove regole. Sarà una re-start che resetterà quasi del tutto tutti i pogressi e i progetti fatti dalle scuderie negli ultimi anni. Le monoposto saranno leggermente più corte e questo consentirà un maggiore spazio per i sorpassi, sopratutto in quei circuiti dove è difficile trovare lo spazio per sorpassare. Oltre alla dimensione dell'auto cambieranno numerosissime altre cose, come per esempio il fatto che anche l'ala antetiore potrà muoversi (come quella posteriore) contribuendo anche questo in un maggiore capacità nel sorpasso.


Citofonare ad Elkann

John Elkann, presidente della Fiat e quindi anche della Ferrari è la persona che in sostanza sborsa i soldi. Quest'anno ho già sentito criticare parecchio il presidente, nonchè erede della famiglia Angelli. Le critiche si concentrano sopratutto sulla mancata competività della monoposto, aggravato dal fatto che dopo un anno in cui si è combattuto fino all'ultima gara per il mondiale costruttori, adesso si vede marciare più indietro di quanto non si fosse prima: cosa ispiegabile. Ormai a Maranello è più di un decennio che non si vede l'ombra, non solo di una vittoria del mondiale, ma anche di una vettura che possa essere competitiva a pieno ritmo.

 

lunedì 26 maggio 2025

☘️Striscia dei Peanuts - Patty devastata dal tema da scrivere

 

striscia dei Peanuts del 26 maggio 2025 | Patty sviene per il tema da scrivere

Raramente ho trovato i temi difficili... tranne quelli dove bisognava conoscere agomenti ampi e complessi, che si potevano sapere soltanto avendo studiato.

Oltre ai temi un'altra cosa era difficile: il Latino. L'ho sempre trovata una materia terribilmente impossibile da digerire.

🎵 Gabry Ponte & Train - Brokenhearted

 

 
 
Sono stato sempre orgoglioso di Gabry Ponte come DJ più ascoltato all'estero, sebbene non tutte le canzoni mi siano sempre piaciute.
Questa canzone è molto caruccia.
Il nuovo sincolo “BROKENHEARTED” è uscito venerdì 16 maggio , il nuovo singolo di Gabry Ponte insieme ai Train (GEKAI Music). Un’inedita collaborazione tra il DJ e produttore italiano più ascoltato su Spotify a livello globale e la band di San Francisco pluripremiata ai Grammy Awards, che ha dato vita a una traccia energica, emotiva e perfetta per l’estate 2025.

Dopo il successo di Tutta l’Italia, che ha portato Gabry Ponte dal palco dell’Ariston alla finale dell’Eurovision Song Contest, “BROKENHEARTED” conferma il suo percorso musicale verso sonorità internazionali e crossover. Il brano unisce la potenza ritmica dell’elettro pop a sfumature country e, con una melodia catchy e una produzione coinvolgente, promette di far ballare ma con il cuore in mano.

Il testo racconta il dolore causato da una rottura sentimentale, tra solitudine, nostalgia e il desiderio di risposte. Nonostante il tema malinconico, la canzone trasmette forza, trasformando la delusione in energia da dancefloor. Il titolo stesso, Brokenhearted, riflette questa dualità: il cuore spezzato che trova nuova linfa nella musica, in un contrasto emotivo potente e universale.

Il prossimo 28 giugno Gabry Ponte sarà impegnato in un appuntamento unico: San Siro Dance, il concerto-evento già sold out allo Stadio Meazza di Milano, che si preannuncia come una grande festa all'insegna del divertimento, in cui verranno celebrati i successi del dj-producer che hanno fatto scatenare intere generazioni.
 
 
 
TESTO

I been lonely, waiting by the phone
No one calling, drinking on my own
Seven days a week I’ve spent them alone
And I know you’re not coming home

Wohooo
The other night I heard our song
Wohooo
Had to tell the driver turn it off
Woohooo
You don’t know love until it’s gone
And all I wanna know
- Advertisement -

What can heal the broken hearted
(Someone help me out)
Do heart’s still work when they’re not wanted
(Someone tell me now)
Could it love again?
Or is it left for dead?
I wish my mama said
Coz I just don’t know
What can heal the broken hearted?
Can someone tell me now

I’ve still sleep on your side of the bed
Whiskey dreams & too many cigarettes
You’re the reason that I’ve got nothing left
Cus I know you’re not coming home

Wohooo
The other night I heard our song
Wohooo
Had to tell the driver turn it off
Woohooo
You don’t know love until it’s gone
And all I wanna know

What can heal the broken hearted
(Someone help me out)
Do heart’s still work when they’re not wanted
(Someone tell me now)
Could it love again?
Or is it left for dead?
I wish my mama said
Coz I just don’t know
What can heal the broken hearted?
Can someone tell me now
Someone help me out
Someone tell me now

Could it love again?
Or is it left for dead?
I wish my mama said
Coz I just don’t know
What can heal the broken hearted?
Can someone tell me now

venerdì 23 maggio 2025

Poesia su Monacilioni [CB]

 

vista del paese di Monacilioni dall'altura delle sue campagne

Nel paese dove il vento sussurra piano,
un canto antico s’alza dal cuore del leone,
eppure l'eco è confusa, distratta dal fiato
delle pale eoliche che danzano al vento,
soffocando il ruggito di un regno perduto.

Sotto l’altura, in una vallata che si nasconde,
il paese si staglia come un sogno di pietra,
un luogo dove il freddo dell’alto inverno
costrinse l’uomo a cercare metà dell’altezza,
come se l’anima volesse respirare a metà.

Il vecchio paese giace ora in frantumi,
le case inghiottite dalle frane del tempo,
un decennio di boom che ha strappato le radici,
lasciando solo il silenzio di un fantasma
che vaga tra i ricordi, sfidando l’oblio.

Eppure, da Campolieto giunge un sussurro,
un lamento che racconta di colpe lontane,
di antenati che scelsero lo strapiombo
come una culla di pietra,
ignorando che la terra non perdona.

 

versi scritti il 23 maggio 2025
by MoliseHorizon

G.R.

© 2025 MoliseHorizon Tutti i diritti riservati

giovedì 22 maggio 2025

📷 Foto del paese di Monacilioni [CB] (maggio 2025)

una serie di pale eoliche presso le campagna di Monacilioni

uno tra gli scatti più riusciti delle splendide colline verdi con le pale eoliche

Monacilioni è rinomata - almeno per quelli che abitano vicino la città di Campobasso - per essere il paese con le campagne dove sono state istallate una miriade di pale eoliche. Alcune di queste sono visibili anche in molte zone della città e inoltre durante i mesi invernali è possibile assistere a volte all’imbiancamento di queste colline, che sono tra le più alte di buona parte del Molise. Infatti l’altitudine massima va gli oltre i 900m mentre quella minima è addirittura attorno ai 360m.
[ FONTE: http://www.comuniweb.it ]

Qui probabilmente mi sono riusciti alcuni tra i migliori scatti… Ovviamente non ha influito solo il posto ma anche l’orario e la giornata clemente, che hanno creato una luce ottimale sull’erba della collina, oltre ovviamente alle condizioni favorevoli della stagione - la primavera - che rende i prati incredibilmente verdi.



vista della città di Campobasso dalle alte colline di Monacilioni





vista di una parte del paese dall’alto con Campobasso all’orizzonte

un 'altra
vista di una parte del paese dall’alto con Campobasso all’orizzonte

incrocio principale del paese dove si collegano via Corso Umberto I la strada provinciale 149



 furgone del fruttivendolo a Monacilioni

Durante il giorno lavorativo il paese è poco “trafficato” e quelle poche persone che si intravedono sono donne che escono fuori la porta di casa oppure qualche tizio che si ritrova al bar per fare due chiacchiere. Nella foto in alto c’è un furgone del classico fruttivendolo…

 

un auto e un furgone del fruttivendolo posteggiati nel cuore del paese…

Cappella di Santa Reparata a Monacilioni, l’unica chiesa presente nel paese

Tra le perdite più significative causate dalla frana c'è la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, risalente al XIII secolo e rifatta nel XVIII secolo in stile barocco. Oggi, rimangono solo parte della facciata e della scala di accesso, oltre all'impianto per via delle fondamenta. Tuttavia, la Chiesa di Santa Reparata, restaurata nell'epoca barocca, rimane un punto focale del paese, con la sua struttura a navata unica e i suoi altari ornati.

l’interno della cappella di Santa Reparata a navata unica e l’altare adornato

Edificio a pianta poligonale ad L in muratura di pietra a vista a corsi irregolari con copertura a due falde in tegole coppi di laterizio. La facciata principale Sud-Ovest è caratterizzata da un portale in pietra squadrata modanata sull'architrave, sormontato da una nicchia ad arco e da una finestra rettangolare, segnata sulla linea di gronda da un cornicione a romanelle (che corre anche sugli altri fronti) a creare un timpano triangolare con camapnile a ventola nell'estremità a Ovest. Altro portale architravato in pietra squadrata e modanata si apre sul fronte laterale Sud-Est, sormontato da un'asola e da una finestra




il monumento ai caduti del paese situato nel parco tra via Rocco e il Corso UmbertoI

Elenco dei caduti durante la seconda guerra mondiale

https://epigrafinascoste.blogspot.com




Gran parte delle vie del paese sono ben curate, con case ristrutturate o comunque ben messe. Sono poche infatti le case fatiscenti o abbandonate. Quando si cammina nel paese le persone ti scrutano quasi con aria sospetta, perché ovviamente in paese si conoscono tutti quanti.






Il parco è molto ampio anche se un po’ scoperto, sia come ombra per gli alberi che per i possibili venti invernali. Ad ogni molto è provvisto di tutti i giochi per i bambini oltre che degli attrezzi per gli esercizi fitness. Tra i pochi alberi e le panchine del parco ci sono alcune colonne che dovrebbero essere i ruderi di quello che “resta” della chiesa arcipetrale


















un racconto.. su Rotello (CB)

immagine AI sulle antiche case di Rotello per la macina delle olive

 

Nel cuore della regione del Molise, dove le montagne dolci si incontrano con le verdi colline, si trova un piccolo paese che porta il nome di Rotello. Sebbene oggi sembri un angolo tranquillo e isolato, un tempo questo paesino fu testimone di eventi che legarono il destino della sua terra a quello della potente Roma. Una storia di conquiste, di guerre e di lavoro nei campi che trasformò Rotello in una delle terre più preziose per l'Impero.

Era il IV secolo a.C. e Roma, giovane e ambiziosa, era nel pieno della sua espansione. Le sue legioni combattevano contro i Sanniti, un popolo fiero che abitava gran parte dell'Italia centrale, compreso il Molise. La zona che oggi conosciamo come Rotello faceva parte di quel territorio incontaminato, ricco di risorse naturali, ma anche oggetto delle mire espansionistiche dei Romani.

Le guerre tra Roma e i Sanniti furono dure e sanguinose, ma Roma, grazie alla sua organizzazione militare e alla determinazione del suo popolo, riuscì lentamente a prevalere. Le terre sannitiche, inclusa quella di Rotello, vennero gradualmente assoggettate, ma a differenza di altre regioni, qui la resistenza non fu mai particolarmente feroce. I Sanniti, comprendendo la potenza crescente dei Romani, optarono per una resa quasi pacifica. Rotello non subì devastazioni o distruzioni, ma piuttosto vide una sorta di "assimilazione" culturale e territoriale.

Dopo la conquista, i Romani si accorsero ben presto che la terra di Rotello aveva qualcosa di speciale. La zona era famosa per la sua terra fertile e ricca di acque sotterranee, che favoriva la crescita di piante e alberi da frutto. In particolare, gli ulivi di Rotello sembravano prosperare più che altrove. Ma non erano ulivi come quelli che si trovavano nelle altre regioni del Lazio o della Campania. Questi ulivi, piccoli ma robusti, producevano olive dal sapore unico, che i Romani presto riconobbero come una prelibatezza.

Fu un agronomo romano, un certo Lucius Fabius, che intuì il potenziale di queste terre e iniziò a fare esperimenti con diverse varietà di ulivi provenienti dal Tavoliere delle Puglie, una pianura fertile a pochi giorni di viaggio da Rotello. Iniziò a innestare ulivi locali con varietà più produttive e resistenti provenienti da altre zone. Il risultato fu sorprendente: il frutto di Rotello divenne una varietà d'olio particolarmente ricca di nutrienti, densa e saporita, perfetta per la cucina dei patrizi romani e per l'uso quotidiano dei soldati.

L'olio prodotto a Rotello non solo venne apprezzato per il suo sapore, ma anche per le sue proprietà benefiche. I soldati romani, impegnati nelle lunghe campagne militari, scoprirono che l'olio di Rotello dava loro una forza sorprendente. Durante le pause nelle marce forzate o negli accampamenti, l'olio veniva utilizzato per ammorbidire e insaporire il pane duro che i soldati mangiavano. Ma non solo: si racconta che le proprietà nutrienti e rigeneranti dell'olio di Rotello aiutassero a combattere la stanchezza e a dare vigore agli uomini, migliorando anche il loro umore e la loro resistenza fisica. Alcuni storici romani descrivono come i centurioni di Roma non andassero mai in battaglia senza un rifornimento di questo olio, essendo diventato quasi un simbolo di forza e vitalità.

Non solo i soldati, ma anche i patrizi di Roma apprezzarono quest'olio raro, tanto da farlo arrivare fino alla Città Eterna. Nei sontuosi banchetti delle ville patrizie, l'olio di Rotello divenne un ingrediente fondamentale, utilizzato non solo per cucinare ma anche come condimento per i piatti più raffinati. La sua bontà e l'inconfondibile sapore arricchivano ogni pietanza, tanto che molti cominciarono a chiedere l'origine di questa prelibatezza.

Fu in questo periodo che la piccola comunità di Rotello cominciò a essere chiamata "Rotellus", un nome che derivava dal diminutivo latino di "rota", che significa "ruota". Il termine venne scelto per un motivo particolare: nelle case dei contadini di Rotello, le ruote erano ovunque. Erano utilizzate per lavorare l'olio e per frangere le olive. Le piccole ruote, azionate a mano o con l'aiuto di animali, erano simbolo del duro lavoro che caratterizzava la vita quotidiana di quei tempi. Ma queste ruote non erano solo strumenti di fatica: erano anche simbolo di prosperità, grazie all'importanza dell'olio prodotto in quella terra.

Con il passare dei secoli, le terre di Rotello continuarono a essere sfruttate per la coltivazione degli ulivi, ma l'importanza del piccolo paese diminuì. Con l'arrivo delle invasioni barbariche e la caduta dell'Impero Romano, la produzione di olio in questa regione si ridusse, e il nome "Rotellus" cadde nell'oblio.

Tuttavia, la tradizione della coltivazione degli ulivi e della produzione di olio di qualità rimase viva nella memoria collettiva. Oggi, Rotello è una piccola realtà, ma continua a essere conosciuta per il suo olio, che, sebbene non più famoso come un tempo, conserva ancora il sapore e la ricchezza di un passato lontano. Le ruote, ormai scomparsi gli antichi frantoi, sono solo un ricordo, ma ogni oliva raccolta rappresenta un legame con quella storia di conquista, lavoro e tradizione che ha fatto di Rotello un angolo speciale nel cuore dell'Italia.

NOTA:
Si badi che tutte le ricostruzioni storiche portano l'origine del nome di Rotello da Lauritellus cioè terra di alloro. Io invece ho voluto fare un racconto facendo derivare il nome da rotellus (piccola ruota) perchè non solo è paradossale che una zona che produce olio venga chiamata col nome di un'altra pianta ma anche veritiero che già nell'antica roma si utilizzivano delle antiche ruote di pietra per la macina delle olive.

domenica 18 maggio 2025

Poesia su Rotello


Rotello, canto dell’alloro e dell’ulivo

Tra i colli dove il Fortore alza il fiato
e la piana molisana si distende,
sorge Rotello, in cerchio consacrato
dal tempo, al centro d’un silenzio che splende.

Qui l’alloro, fecondo di divino,
fu benedetto da mani immortali,
quando i Greci, seguendo il loro destino,
videro in queste zolle segni astrali.

Apollo, errante tra le brezze chiare,
vide il paese e se ne innamorò.
Dal cuore d’un vulcano fece colare
una lava che l’ulivo generò.

Così nacque la terra degli dèi,
dei contadini chini sul mattino,
e di guerrieri che, lontano ormai,
portarono l’olio in ogni cammino.

Alloro e ulivo, sacro gemellaggio,
dono del sole e del fuoco profondo,
sorsero un giorno in questo paesaggio,
e un paese rotondo nacque al mondo.

 

versi scritti il 18 maggio 2025
by MoliseHorizon

G.R.

© 2025 MoliseHorizon Tutti i diritti riservati

 

martedì 13 maggio 2025

📷 Foto di Rotello [CB] (maggio 2025)

 

 

vista del paese dalla superstrada per varie direzioni

Il piccolo comune di Rotello si trova a circa 30 chilometri a nord-est di Campobasso, in provincia di Campobasso. Conta circa 1.190 abitanti, chiamati Rotellesi.

Il piccolo centro sorge in posizione strategica tra i fiumi Fortore e Trigno, a breve distanza dalla costa adriatica, su colline coltivate a ulivi di varietà che producono un rinomato olio extravergine di oliva. Dal 1994 il comune fa parte dell'associazione "Le città dell'olivo".

Esistono diverse ipotesi sull'origine del nome della comunità di Rotello. Secondo la maggior parte degli storici, il nome deriva dal latino "Lauritellus", terra dell'alloro.

Fondata dai Normanni a metà del XII secolo con il nome di Loritello, fu a lungo un centro molisano di grande importanza. Il nome Rotello è strettamente legato a quello dei Conti Normanni di Loritello. In epoca angioina, la comunità fu assegnata alla famiglia D'Alemagna, a cui seguirono i Sanframondo nel XIV secolo e i Boccapianola nel XV secolo. Quest'ultima famiglia tenne Rotello fino al 1792, quando fu annessa ai territori regi.

Il centro storico conserva le caratteristiche del borgo medievale, con case disposte a schiera, separate da strette vie, tutte convergenti nella piazza principale, dove un tempo sorgeva la chiesa più maestosa del paese, oggi scomparsa. Imponente e imponente, il Palazzo Colavecchio domina il centro storico di Rotello. Un antico arco in pietra, attraverso il quale i turisti possono raggiungere la fortezza medievale di Loritello, è ancora oggi una delle vie d'accesso al borgo medievale.

 

vista del paese


via del paese verso il mare



corso Umbero I con la fontana a Statua


In largo 6 Agosto del centro abitato nel 1949, per volontà dell’Amministrazione comunale presieduta dal Sindaco Domenico Petrini, fu costruita un’imponente fontana, denominata “Fontana Maggiore”, da cui la collettività contadina dell’epoca attingeva acqua freschissima proveniente da una ricca sorgente locale. L’opera, realizzata interamente in bronzo, è alta circa 3,50 metri ed è costituita da un basamento centrale che poggia su un piedistallo di marmo alto circa 20 centimetri. Sui lati est – ovest del basamento bronzeo sono stampati due mascheroni a forma di teste di diavoli, dalle cui bocche spuntano due cannelle che sgorgano acqua per tutte le 24 ore del giorno e che soprattutto d’estate offrono ristoro ai villeggianti e agli emigranti che tornano numerosi al paese natio in occasione della festa patronale del 7 agosto. Sugli altri due lati del basamento sono impressi ornamenti floreali e cerealicoli che, alternati ai mascheroni, alleggeriscono il tutto. Sulla sommità del basamento centrale è posta la statua di Cerere, dea dei campi, delle messi e della fertilità, a simboleggiare la forte prevalenza, a quell’epoca, dell’attività agricola sulle altre attività locali.


le case in fondo a Corso Umberto I


Corso Umbero I nella direzione dei locali e del parco

Come si vede dalle foto, le case del paese - sopratutto quelle del corso e quindi del centro - sono particolarmente colorate. Può risultare che il paese sia deserto o poco abitato ma in realtà ho visitato e scattato le foto a ora di pranzo; c'èra qualche sporadica persona che per ragioni di perfezionismo fotografico non ho voluto includere


Chiesa di Santa Maria degli Angeli 

La primitiva chiesa di S. Maria degli Angeli, in stile romanico, si trovava in Largo della Vecchia Chiesa. Successivamente il vescovo Tria, nella sua opera di ricostruzione del patrimonio ecclesiastico, ne volle una nuova, in quanto quella che trovò era angusta, oscura, senza coro e sagrestia. Per questo progetto fu utilizzato il sito occupato dalla diruta chiesa dell’Annunziata e del vecchio Ospedale. I lavori iniziarono nel 1728 e terminarono nel 1744.

La chiesa ha un classico stile barocco, sobrio per gli esterni e monumentale per gli interni, che sono divisi in tre navate. Nel 1888 fu restaurata e decorata con affreschi. Nella sagrestia è custodita la statua del patrono S. Donato, che prima si trovava nella Chiesa di Verticchio. Nel 1962 a seguito dell’abbattimento della facciata originaria è stato eliminato l’orologio pubblico.

La struttura portante è composta da un sistema di arconi che sostengono la navata principale e le navate laterali, oltre agli archi principali che sostengono la cupola. Sia la volta a botte lunettata dell’aula che le volte sul transetto e sul presbiterio, che la cupola sono realizzate in mattoni pieni disposti in foglio. La copertura è a due falde inclinate con struttura portante costituita da capriate e struttura secondaria in legno. Le muratura delle pareti dell’aula è in pietra sbozzata; la torre campanaria è ubicata all’interno della struttura principale, sulla destra del presbiterio. La struttura di copertura della cupola è a pianta ottagonale, ubicata nella parte centrale del transetto. La facciata, tripartita da due lesene in pietra, a volute capovolte in corrispondenza delle navate laterali, presenta tre portali, uno per ogni navata

L'ex chiesa di San Rocco

Dalla facciata esterna questa chiesa sembra, oltre che antichissima, anche fatiscente. In realtà la struttura è stata ristrutturata nel 2019 per inserirci all'interno un teatro/auditorium. Cosi questa è ormai un ex chiesa.

Comunque per citare qualche rigo di storia di questa chiesa, che comunque durante i secoli è stata in granparte sempre inutilizzata e abbandonata...  

La chiesa di S. Rocco fu fondata nel 1648 come ex-voto dopo la grave ondata di peste del 1646-48. Dopo la caduta della Congrega della Buona Morte in cui  aveva stabilito la sua sede, la chiesa fu abbandonata. Nel 1913 fu restaurata e l’anno seguente fu riaperta al culto.


parco pubblico con giochi per i bambini

Fontana del Parco pubblico vicino al corso

Il parco pubblico di Rotello è molto ampio e si trova affianco a Corso Umberto I e quindi facilmente accessibile. Sono presenti numerosi e vari tipi di alberi che durante l'estate possono offire un discreto riparo dal sole. Oltre ad una fonatana circolare sono presenti giochi per bambini come altalene, scivoli e girelli. Il parco è in buone condizioni oltre che anche perfettamente pulito, cosa non scontata visto che proprio recentemente sono usciti alcuni articoli secondo i iquali il parco è stato ripulito da kili di mozziconi di sigaretta e da plastica abbandonata.
primonumero.it parco di rotello ripulito

monumento ai caduti del paese

Nel 1928 il regio Podestà, Dott. Giuseppe Pangia, fece costruire nella parte antica dell’attuale villa comunale un monumento in omaggio ai caduti della prima guerra mondiale. L’opera è costituita da una base di marmo, alta circa 2,50 metri, sulla quale si erge una statua di bronzo con due figure: una figura femminile, in piedi, che rappresenta la Patria, stringe nella mano sinistra una lancia con scudo e con la destra cinge le spalle di un soldato inginocchiato ai suoi piedi, che cerca (e trova) rifugio e protezione in Lei.
Sulla parte centrale del basamento marmoreo prospiciente la strada (viale IV Novembre) sono riportati i nomi dei caduti rotellesi della prima guerra mondiale.
Proprio sopra ai nomi dei predetti caduti è collocata una grossa targa di bronzo su cui  è scritto: “Rotello ai suoi caduti. MCMXXVIII”.
Negli anni ’50, l’Amministrazione comunale fece scrivere, nella parte bassa del basamento marmoreo, i nomi dei caduti rotellesi della seconda guerra mondiale.
Ogni anno, il 4 novembre, alla presenza delle massime autorità civili, militari e religiose, in occasione della celebrazione della “Festa dell’Unità Nazionale” e della “Giornata delle Forze Armate”, viene depositata una corona di alloro ai piedi del Monumento ai caduti di tutte le guerre a conclusione di un intervento commemorativo delle stesse autorità.

una fontanella tra i vicoli delle case

una via del paese

una via del paese con la fermata del pulman

La tradizione di Rotello nella produzione di olio d'oliva è secolare, ma ancora attuale. Le zone rurali di Rotello hanno addirittura dato il nome a due ecotipi di olio d'oliva, riconosciuti fin dall'epoca romana: la "Rosciola di Rotello" e la "Cellina di Rotello".

Da molte generazioni esiste un olio d'oliva di eccellente qualità. Questa qualità è dovuta al rispetto delle antiche tradizioni, in particolare alla cura degli ulivi, coltivati ​​con procedure semplici, pochi interventi invasivi, in armonia con il tempo e il ritmo delle stagioni. Gli abitanti di Rotello attribuiscono questa qualità a un processo produttivo che si avvale dell'esperienza radicata dei Rotellesi, che prestano particolare attenzione alle fasi della raccolta. 

un trattore parcheggiato tra le case